TARANTO E ILVA:I POLITICI SIAMO NOI,IL POPOLO.

Ennesima decisione del governo che sblocca di fatto il fermo dei prodotti minerali alle banchine dell’Ilva e rida’ la possibilita’, al gruppo genovese,di ripartire e caricare gli altoforni.
Qui in citta’ oramai l’aria di Legalita’ si fa pesante e le proteste ambientaliste sembrano non scalfire piu’ il “regime politico ” in atto.
La protesta ambientalista e’ vana forse,immersa nel fango dei decreti e messa al bando come risoluzione finale che apporti modifiche in corso negli spazi di trattative.
Allora il perbenismo attuale e l’educazione dei molti seguaci del dio “ambiente”,rischia di dover fare la voce grossa per attuare cambi di strategia in corsa.
Non avere piu’ voce in capitolo e’ sconfitta,nulla da dire e aggiungere piu’.
Non aver bloccato un processo di avvelenamento in questa citta’,dovra’ per forza di cose,non fermarsi solamente all’aspetto della forza dei decreti e della casta.
Qualcosa non ha funzionato.Dico io che la prima causa e’ la mancanza di politica e politici locali che,se avessero avuto potere,avrebbero potuto bloccare qualcosina fatta in parlamento o in commissioni.Avrebbero potuto almeno rappresentarci e zittire davanti all’Italia intera,i soprusi che hanno dettato tempi e modi contro la citta’ di Taranto.
Niente.Nulla.Vuoto.Dove sono?Dove erano?Ma chi poteva aiutarci?
Quando leggi di intercettazioni di quello e quell’altro,allora capisci di essere solo e di non avere peso politico a Roma.
Non avere un sindaco in prima fila nelle manifestazioni,nei cortei di protesta,e’ sinonimo di sfaldamento tra il popolo e la politica locale.
Chi ci rappresenta allora?Chi e’ il popolo?
Siamo noi,gli sconfitti dal potere,siamo noi che abbiamo lavori diversi dall’operaio ma che ci sentiamo anche noi operai?Siamo NOI?

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2 pensieri su “TARANTO E ILVA:I POLITICI SIAMO NOI,IL POPOLO.

  1. Sì, Luca. Siamo tutti noi, non soltanto coloro che vivono a Taranto, anche quelli che viviamo altrove, non solo chi ha il problema di scegliere tra il lavoro e la saluta propria e dei propri figli a Taranto, ma anche noi che facciamo altrove lavori diversi ma che, di fatto, abbiamo smesso di essere cittadini perchè abbiamo perso il concetto di socialità, di bene comune, quello che dovrebbe farci comprendere che i problermi sociali come quelli che in questo momento a Taranto devono essere problemi comuni a tutti altrimenti la politica, i politici li risolve privilegiando gli interessi dei più forti, di coloro che hanno i capitali e sfruttano non solo il lavoro dei loro dipendenti ma hanno anche i mezzi per comprarsi la salute degli altri.
    E lo possono fare solo perchè possono comprare i giornali ed i giornalisti che hanno scritto dell’Ilva in modo anodino; possono comprare i politici locali e quelli nazionali; possono comprare persino i “periti” incaricati dalla magistratura, possono comprare persino i rappresentanti sindacali che esistono solo se esistono i lavoratori da difendere non soltanto sul piano del salario ma anche su quello normativo, della salute e dell’etica sociale. Non possiamo lasciare che siano solo i magistrati a combattere, qualche volta anche a morire,
    Se non si prende coscienza di questo continueremo ad essere, non solo a Taranto ma anche in tutto il resto del Paese, 60 milioni di individui che per caso viviamo sullo stesso territorio geografico, parlano quasi in modo comprensibile la stessa lingua ma non abbiamo in comune niente altro. Se veramente comprendessimo quali sono e saranno i problemi della collettività, anche i politici ed i “padroni” del vapore agirebbero in modo diverso proprio perchè noi siamo 60 milioni e loro poche decine di migliaia ed il “Popolo” potrebbe spazzarli via, anche fisicamente, in pochi minuti.
    I Francesci, a suo tempo lo fecero e qualcosa più degli Italiani lo hanno imparato. Non possiamo sempre caricare di responsabilità solo le minoranze!
    Ciao, Luca. Non rinunciare mai a lottare per la giustizia e la democrazia dovunque e contro chiunque la minaccia!

  2. ciao Osv.Dici bene:il futuro e’ di tutti,difendiamolo.Taranto forse una cosa ha capito:non deve esserci una guerra tra poveri,cittadini e operai.Tutte e due sono allo stesso modo colpiti e all’unisono devono reagire al problema ambiente e diritto al lavoro,senza ricatti occupazionali.Questo forse e’ stato recepito.Mi sono accorto che,anche l’operaio,parla DI DIRITTO ALLA SALUTE E DIRITTI NEGATI ALL’INTERNO DELLA FABBRICA.TUTTO QUESTO GRAZIE A NOI CITTADINI COMUNI CHE CON LE DENUNCE ABBIAMO APERTO GLI OCCHI AL “FRATELLO OPERAIO”.Speriamo bene che il cammino della protesta e dei dititti possa essere uguale,per tutti.Ciao.

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