Mese: novembre 2015
IN NOME DI UN CREDO MOMENTANEO.
Mai come adesso, siamo possibili complici di un meccanismo chiamato raggiro mediatico .
Con la paura di essere vittime in nome di un dio, ci tuffiamo nella difesa della fede, della libertà e ci ricordiamo della nostra religione.
Un giornalista ci ricorda di morire recitando una preghiera,facendo lo sgarbo a chi crede che non possiamo “sbatterla in faccia” a chi pensa questo.
Insomma una chiamata alle armi, diciamo, un risveglio di valori assopiti che soli Isis e Vatileaks hanno risvegliato in molti.
Siam figli dei tempi, un po come quando sul profilo facebook si mette la bandiera della nazione colpita…
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UN POSTO AL SOLE
Arallagianlucafoto ( c )
Un giorno qualunque ci ritroveremo a bere tutti, magari fregandocene della paura e della morte.
Si ha questa certezza ma ora no, meglio essere assenti dalla scena quotidiana e sparire, per paura, dalla normale vita che ci avvolge e ci fa pensare che anche noi, siamo bersagli.
Si ragiona così anche in una città dove la sua natura è stata violentata da una forza esterna, Ilva, che ha causato e causa morte e che oggi, alla luce delle notizie parigine, è il nostro nemico in agguato.
I tavoli sono vuoti e si pensa che i ragazzi parigini morti brindando alla felicità avevano un diritto, quello del vivere in allegria e che per il loro essere liberi son caduti sotto il fuoco .
Oggi tutti ci rendiamo conto che dover cambiare le nostre abitudini per colpa di qualcuno no, non può avvenire.
Meglio allora rischiare e occupare quelle sedie libere del bar…
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IN ATTESA
La nebbia di queste ore
arallagianlucafoto (c)
La nebbia di queste ore ci dice che la guerra noi l’abbiamo letta sui libri, vista in tv o nei video di internet.
La guerra, come ha detto il presidente Holland, è in atto.
Una guerra non contro uno stato, ma contro un nemico più difficile da scovare.
La guerra odierna è una lotta di vita, di difesa della libertà individuale ma anche di distorsione di un credo religioso, che usato come alibi martorizza giovani inculcati mentalmente da più esperti.
Adesso l’Europa unita deve reagire, saper uscire fuori da questo tunnel nero e essere artefice di una coesione unica, non falsa come in campo economico, per farci vivere sapendo che ogni nazione siamo noi tutti.
Non sarà più come prima, l’America insegna…
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SIAM FIGLI DEL PASSATO,ECCO PERCHÉ BALLEREMO ANCORA.
Uscire di sera,mangiare assieme agli amici e poi ballare in un locale, deve apparire un fatto normale.
No per alcuni,o meglio no per chi in questo,vede una offesa alla sua ideologia o fede religiosa.
Ciò che è accaduto a Parigi,va oltre le semplici storie attorno all’Isis stesso, all’America,al petrolio o agli arabi double face.
Ciò che è accaduto,voleva essere ritorsione verso chi colpisce,la Francia in questo caso,nei territori del Medioriente,ma anche numero certo di vittime.
Colpire nel mucchio,come in una sala da concerto affollata di giovani,era la certezza della vendetta,non il simbolo da abbattere ,ma il numero ampio delle vittime da fare.
Spezzare la gioia di una serata,colpendo,serviva a condannare ciò che ci è rimasto in questa Europa controversa,cioè la libertà del vivere e del divertirsi.
Seppur l’Europa stessa in alcune parti è ancora schiava di pseudo rais con falsa democrazia interna,è pure vero che nella libertà rimane una meta da raggiungere per molti.
Seppur spezzata da crisi monetarie e da sgambetti tra i politici attuali,rimane un luogo dove uscire e scambiarsi pareri alla luce del sole,non rimane una cosa difficile da fare.
Ma qualcuno ieri ha detto che questa scorrettezza era da punire,il vivere libero è da colpire e punire.
Allora siam tutti francesi,poi magari italiani e tedeschi.
Ci sentiamo uniti nella morte,nel dolore dei ragazzi uccisi a un concerto o nei bar.
Abbiamo la forza della ragione ancora,quella che ci permette anche di non essere retorici e capire che in fondo ,seppur senza carrarmati nelle strade o eserciti schierati in strada,la vittima è e sarà la paura che ci attanaglia rendendonci prigionieri nella nostra libertà, ricevuta dal passato e dai martiri che son caduti per difendere diritti e popolazioni.
Ecco,questo non bisogna dimenticarlo mai.
Siam figli di guerre e ,seppur questo momento è una guerra,dobbiamo rialzarci e difendere anche il passato.
arallagianluca