Mese: giugno 2015
IL QUADRO DEL BUONISMO NOSTRANO,O MEGLIO COME SALVARCI IL C…..O !!
La giornata di ieri funestata dagli attentati in Francia,Tunisia e Kuwait, ha aperto come sempre opinioni varie sugli schermi televisivi.
Mi ha colpito molto un concetto chiaro e ben preciso:se non attacchi in Libia,Iraq o Syria,ti salvi,rimani fuori dall’antipatia del califfato e,forse,ti salvi.
Se invece al contrario sei spietato,in “regalo” ricevi attentati in casa e altre cose pericolose e distruttive.
Insomma la logica del buonismo,o del pacifismo a tutti i costi,ti para il culo,è il salvagente dalla violenza di un attentato o dal boia più spietato.
L’Italia fino ad ora,ha coesioni ideologiche con l’america dal pugno forte e duro,ma attende,annaspa in una politica estera dove ,al contrario,accoglie emigrati in mare,li rifocilla e sdogana magari prossimi terroristi ospiti in casa nostra.
Alla fine,il piacere è reso a chi vuole questo,e cioè maggiori sbarchi di uomini in Europa,più confusione manageriale nell’affrontare il problema profughi da parte degli stati europei e azione scarsa nel contrastare tali emergenze.
Gheddafi disse che la fine del suo regno libico sarebbe coinciso con l’invasione in europa di migranti e terroristi,di persone che sarebbero arrivate sulle sponde italiane mischiate a kamikaze e altro.
Un quadro difficile,un quadro dove se da una parte l’america monitora con dovuta lontananza fino ad ora,operativamente parlando,dall’altra invece l’Europa deve rivedere ogni giorno e affrontarlo con sinergie mancanti tra gli stati stessi e tanta confusione decisionale .
Ma noi siam salvi,fino a quando non spareremo sulle coste libiche,vero Renzi?….
arallagianluca
ADRIANO E IL SUO PASSATO.
Adriano Sofri,ex leader di Lotta Continua,viene interpellato dal ministro della giustizia per essere possibile collaboratore in tematiche legate al carcere,alla sua vivibilità e alle attinenti attività che ruotano attorno a esso.
Sbalordimento totale da parte di molti,critiche derivanti dal suo passato da terrorista,ecc ecc…
Ammiro Adriano,lo seguo e in lui vedo il volto di una prassi tutta nostrana,e cioè quella della condanna per colpe commesse senza possibilità di perdono o spazio di trattativa.
Sofri come molti,ha sbagliato,certo su questo non si discute ,ma ha dalla sua una possibile uscita dal marchio di fabbrica che ,una volta messo addosso,rimane sempre.
Tale marchio,nella nostra cultura,è quello dell’etichetta perenne,senza condizioni,quella che spesso si affibia e che si porta sino alla fine.
Io non discuto il passato,ma discuto il presente attuale di molti politici,sacerdoti,educatori sociali,che sbagliano e dimenticano,si rimettono in gioco ma non ammettono l’errore.
Si ripresentano sulla scena vergini del loro passato,anzi,rinnegandolo come atto colpevole,fanno credere nella loro rinascita,a volte dimenticandosi i loro trascorsi e le loro ideologie.
Sofri non rinnega tutto,anzi sconta pene e riparte,ammettendo errori e sentenziando chi,dall’alto della sua stupida arroganza,si fa uomo di giudizio e pecorella senza errori.
Adriano come consigliere potrebbe dire molto sulla realtà carceraria certo avendola vissuta,ma un politico ladro potrebbe dire il contrario di ciò che ha fatto?
Avrebbe le palle di dire :ho rubato?
arallagianluca
PUNTO E BASTA.
La magistratura mette i sigilli all’altoforno 2 dell’Ilva di Taranto.
Alessandro morto nel pieno della sua vita,colpevole di negligenze di altri forse e di un timbro che tutti gli operai hanno marchiato sulla pelle,quello del rischio.
Qui siamo consapevoli di un fatto,e cioè che non basterà più nessuna tragedia a venire per cambiare.
L’Italia è il paese dove la tragedia fa riflettere,promettere e poi ricadere di nuovo in essa.
Non ci credo più alle favole,è inutile sperare in un cambiamento,in una presa di posizione legale o altro che possa cambiare rotta a questa maledetta città industrializzata per scelte scellerate del passato.
I morti non hanno cambiato nulla,sono solo spariti nel dolore di una città nel tempo e rimasti solo dentro alle madri o padri che piangono la loro scomparsa.
Punto e basta.
arallagianluca
LA VISIONE OSCURA DELL’ALTRO.
Ora il problema non e’ il” nero”,termine in uso sulla bocca di tutti,o quasi,per identificare l’immigrato.
Il problema e’ l’inserimento di esso nelle comunita’,l’essere parte coesa di un sistema sociale dove il maggior problema e’ proprio mettere assieme i tasselli per rendere una persona felice e autonoma economicamente.
Dove li mettiamo questi “neri” diceva il bulletto di quartiere ieri se per noi non ci sta lavoro,i servizi scarseggiano e l’integrazione nel sistema sociale e’ fatto solo di lavoretti momentanei a 400 euro al mese?
Se avessimo risorse lavorative e altro,riusciremmo ad accettare il fratello di colore oppure saremmo altrettanto convinti della sua invasione terribile e pericolosa nei nostri spazi di vita?
Cioe’ l’abbondanza dei beni,dal lavoro ai servizi pubblici,ci farebbe essere civili e tolleranti,divenendo cosi’ meno razzisti del dovuto?
Infine dico se possa essere possibili una convivenza territoriale,supportata da spazi pubblici dove ogni etnia possa avere una sua dimensione autonoma e praticare l’altra parte diversa per usi e costumi.
Ma il rischio attuale sembrerebbe invece quello dello scontro,ribadire la superiorita’ o la forza decisionale sull’altro,rimettendolo all’angolo ed esercitare su di esso un atteggiamento razzista e dominante.
I politici e la politica,che esclude una nazione nel nome del dio euro,e’ in grado di difendere diritti e mettere in campo regoòe per affrontare questo problema?Ho i miei dubbi a tal proposito.
MORTE ALL’ILVA,DELITTO DI STATO?
Ieri è deceduto il ragazzo colpito dal getto di ghisa incandescente uscito fuori dall’altoforno dell’Ilva di TARANTO.
Ennesima morte di stato,ennesima beffa e tragedia per chi ogni mattina recandosi li al lavoro,prega di uscirne salvo e poter tornare a casa per poter così abbracciare i propri cari.
Area messa sotto sequestro dal Gip Todisco e che lo stato ha resa idonea grazie ai decreti salva Ilva.
Stato assassino?
Stato egoista,stato che fa marciare gli impianti sapendo che essi sono a rischio.
Io ci vivo qui e so anche che se chiude il mostro d’acciaio molti andranno in giro,a manifestare e chiedere indennità di disoccupazione o altre prassi per sopravvivere per un po.
Ma so anche che un campo minato come l’Ilva deve dire quali sono i percorsi a rischio e non lasciare alla fatalità la vita di ogni singolo oparaio li dentro.
Taranto muore,non ha più nulla da dire.
Si è consumata nelle sue ricchezze naturali,come le magnifiche spiagge e i tesori degli ipogeo nascosti a noi stessi.
Taranto muore,socialmente ed economicamente.
Se chiude il mostro salveremo altri ragazzi da un destino amaro,crudele.
Lo stato si faccia garante,ora,del futuro dei sopravvissuti, di quelli che potranno raccontare di esserci stati dentro alla pancia del mostro e di essersi salvati dalle sue grinfie assassine,sponsorizzate da decreti salva Ilva e ipocrisie degne di questa politica di merda.
arallagianluca