IL PARTITO,L’UOMO E L’INGANNO.

L’utilita’ di un partito ai tempi nostri oggi e’ messa da parte dalle associazioni che nella difesa dei diritti sono piu’ veloci e solerti a progettare azioni e modi  nel contesto sociale.
Oramai il partito e’ una faccia,un uomo il piu’ delle volte,che si svende ai media per portare,dice lui,un programma comune.
Bersani,Di Pietro,Casini,per esempio,rappresentano la ricerca di un potere mediatico e basta.
Non hanno piu’ la forza di essere il simbolo di un qualcosa che fu’,penso al vecchio PC,che dalla sua aveva si uomini ma anche ideali comuni e sinceri.
E venivano amati quegli uomini,venivano rimpianti alla loro morte e osannati nel tempo,come esempio.
Adesso se dovessero scomparire politicamente questi personaggi di mezza eta’,segretari di cose ormai defunte e fuori da una logica di difesa dei diritti dei cittadini,nessuno li rimpiangerebbe e anzi,proprio nelle associazioni si andrebbe a cercare cio’ che loro,i segretari di partito,proponevano a tutti.
La parabola discendente del PC,del PDL,di IDV,e’ quella della contemporanea discesa in campo dell’uomo simbolo invece del partito.
La gente,vede ormai,la casta anche in chi la attaccava e ha capito che poi,loro i signori di Roma,pensano solo allo scettro da tenere in mano e non alla gente,a noi tutti.
Ecco perche’ uno come Grillo ha campo aperto e semmai ce ne fosse bisogno,lui il blogger nazionale,sa e ha capito che la rete regala appoggi infiniti a un processo di cambiamento e critica verso cio’ che fu il partito stesso.
E allora giu’ con gli attacchi mirati che raggiungono il bersaglio annientandolo e rendendolo misero davanti agli occhi di noi tutti. 
Se dovesse poi cadere il baluardo del Quirinale,Napolitano,sapiente mente di un equilibrio che regge perche’ mai attaccato e sputtanato,saremmo alla frutta…
Se dovessero essere confermate alcune voci sulla trattativa Stato Mafia,cadrebbe anche lui e non ci sarebbe  piu’ nulla da dichiararsi immune alla decadenza del sistema politico attuale.
I movimenti arabi,ambientalisti(qui a Taranto e’ pane quotidiano la loro lotta contro una lobby che vuol salvare il salvadanaio Ilva…)sono e rimangono la rotta da seguire,quella rotta che dovrebbe portare al disfacimento del sistema politico attuale(chissa’ mondiale…)e aprire finalmente la societa’ a tutti gli uomini che nella loro coesione potrebbero e dovrebbero gestire comunita’ con regole  e programmi.
 

FACCIAMO “PIAZZA PULITA” SU CIO’ CHE E’ STATO DETTO SULL’ILVA DI TARANTO.

Corrado Formigli su LA 7 con Piazza Pulita.
Taranto girata e rigirata sui suoi demoni,che uscendo dall’inferno degli altoforni,assalgono il cittadino facendogli nascere in lui dubbi e perplessita’ sull’utilita’ di avere a pochi metri da casa,la piu’ grande diavoleria inquinante d’Europa.
E allora,stasera,questa trasmissione dira’ qualcosa di diverso da cio’ che abbiamo gia’ visto,sentito dai canali televisivi?
O ci narrera’ dei morti,delle patologie,dei fumi e del minerale sui balconi di casa dei Tamburi?
Vorrei,vorremmo forse,alcune verita’ nascoste tipo le collusioni tra la politica,il giornalismo,la chiesa e magari anche cercare di capire che chi ha mangiato insieme ai Riva dovra’ avere nome e cognome e dirci il perche’ di tutta questa mattanza in nome del dio acciaio e dei suoi profitti.
Formigli che non e’ Santoro,ma qui spero che anche quest’ultimo  possa parlare della questione Taranto,dovra’ districarsi in un ampio sentiero dove trovera’ arbusti forti e alti e ci dovra’ guidare in una ricerca logica di colpe e colpevoli,di scelte azzardate e sbagliate.
Spero che ci possa dire che oltre ai fumi dietro ci sia stato un patto scellerato tra uomini che per le loro ingordigie hanno provocato alla citta’ jonica un timbro che ha lasciato sulla sua pelle,indelebile,un simbolo dannato,quello della diossina e dei suoi veleni.
E allora,vedremo stasera,la retorica e l’utopia dovra’ lasciare spazio a una ricerca capillare di ogni tassello che,messo al suo posto,ha creato uno scenario di profitto ai danni di gente che nell’Ilva ha visto si un’ancora di salvezza alla precarieta’,ma che poi ha pagato in termini pesanti perche’ qualcuno non ha detto la verita’ e non ha seguito regole di prevenzione e tutela della salute pubblica.
Una inchiesta dove forse sarebbe meglio far parlare giudici e ambientalisti,persone che hanno denunciato e che hanno capito dove l’acciaio ha avuto il suo punto di non ritorno per essere solo merce da vendere.
Aspettero’ stasera questa puntata e fin dalle prime battute sapro’ se e’ giusto avere il telecomando a portata di mano oppure no.
 
 
 

VITTORIO,RACHEL E I PACIFISTI:DIRITTI DA DIFENDERE E LEZIONE DA IMPARARE.

Si puo’ scegliere di rischiare una vita per un ideale da difendere,per essere consapevole del fatto che tu,hai fatto e detto tutto il possibile su un’ingiustizia.
Puoi criticare,lanciare una pietra e stare dietro,a distanza di sicurezza,essendo protagonista ma non rischiando in prima persona.
Puoi far parte di un gruppo,stare davanti oppure dietro,in sicurezza.
Lei,Rachel Corrie,era li davanti a un bulldozer,sola…ma forte.
Israele doveva distruggere delle abitazioni di sospetti kamikaze e lei,la pacifista americana,forse scivolando fu messa sotto da quel mostro tritacase e mori’,tra le braccia dei suoi amici.
Essere pacifista partecipe e’ rischioso ma utile.
Utile per sentirti sicuro di essere a posto contro quel diritto negato,contro la violenza sulla popolazione e contro l’uso delle armi sulle abitazioni di gente inerme e fragile,come i bimbi di Gaza che negli occhi hanno solo bombe e morti,invece di giochi e cartoni animati.
Lei l’americana,ha difeso tutto questo e morendo ha detto io ero li’,per voi tutti.
Il tribunale israeliano ha negato con una sentenza le sue colpe,quelle di un esercito che uccide donne e bambini come niente e che anzi,ha detto,che lei,l’americana doveva capire,sapere che era in una zona pericolosa e che poteva anche farsi male…morire.
Ma lei,l’americana,sapeva che quella zona di morte e’ la zona della vita negata da un popolo dittatore che nella sua forza delle armi trova la ragione,senza discussioni e compromessi,in una logica di occupazione dei territori,sovvertendo le piu’ elementari norme di diritto dell’essere umano,norme che l’Onu ha e che sistematicamente Israele calpesta con la sua arroganza.
Come Arrigoni,Rachel cosa ci puo’ insegnare a noi che stiamo al sicuro,in casa e dietro un pc?
Lottare e informare,diffondere e criticare ma approfondire tematiche che hanno anche nella violenza o nella difesa,dipende dai punti di vista,ideali e scopi per un futuro di pace e giustizia.
Allora questi pacifisti,morti o vivi,sono li’ a dirti datti da fare e aiutaci e aiuta chi soffre e piange quotidianamente per i suoi morti e per i suoi figli.
E in questo periodo sentir Bersani dire con chi vuol andar a urne,mi fa schifo!
 

RITORNO ALLE ORIGINI,O MEGLIO NELL’INFERNO TARANTINO.

Ore 8,sveglia.In bagno,colazione e si preparano i bagagli.
Dal Molise alla Puglia.Sensazione strana ogni volta che lascio un posto.Mi guardo in giro,attorno e focalizzo il panorama,andando a scegliere l’immagine che mi restera’ nel tempo.
La mia sara’ quella di Agnone sulle colline,la mattina presto,come oggi.
Domenica,il suono di campane in lontananza e un elicottero li su una vetta a spegnere un incendio.
Il sole ancora basso e il silenzio di una fresca mattinata,tipica di un borgo,rimasto immutato e fermo nel tempo,dove la dimenzione umana e’ rimasta cosa sacra e i vecchi mestieri ancora sono arte da tramandare per le future generazioni.
Si parte,l’A14,direzione Taranto e con un po’ di ansia mi metto in marcia sotto una temperatura che oscillera’ tra i 23 e i 40 di Foggia.
Lascio dietro di me il Molise,passando per la valle del Trigno direzione Vasto.
Ho fatto anche una puntata in Abruzzo,a Sulmona la patria dei confetti.
Bella cittadina,sole che batteva forte e ottimo pranzo in un ristorante medievale con i camerieri in tenuta del passato.
In direzione sud l’autostrada e’ libera,scorrevole e in direzione opposta code verso Pescara e al casello di Bari,ma nulla di come poteva essere in tempi di non recessione…
Ecco il cartello Taranto e le prime avvisaglie dei veleni nell’aria.
Si passa e si vede l’Ilva e i suoi fumi,il rosso del minerale che ti saluta e la solita precaria cittadina,con il suo porto a Taranto vecchia e i turisti assenti.
Si ritorna qui,nella citta’ dove si discute di diritto al lavoro e alla salute pubblica.
Si ritorna in una citta’ dove l’aria e’ divisa tra meta’ pura e meta’ inquinata e dopo una settimana a mille metri la differenza si fa sentire…eccome.
Una estate,questa del 2012,dove il Molise e’ stata la terra della mia rigenerazione polmonare e della scoperta di paesini dove il tempo si e’ fermato.
 
 
 
 
 
 
 

MOLISE,TARANTO E L’ARIA CHE VORREI.

Sono lontano da casa,da Taranto.Mi trovo in Molise,ad Agnone per la precisione e assaporo l’aria pulita e incontaminata di questa terra.
Ha tutto il Molise.Luoghi incantevoli,gente straordinaria e bellezze naturali uniche.
Mi rendo conto stando qui che non avere la chimica nell’aria e’ gia’ tanto,tantissimo.Camminavo oggi per andare a riprendere la mia macchina per poche centinaia di metri e assaporavo l’ebbrezza del vento pulito e che nelle mie narici mi regalava aria,solo aria.
Strano per molti,non per noi tarantini,a inalare assieme a lei veleni,gas e altre schifezze.
Allora ti chiedi se sei sfortunato a stare li,in una citta’ sulla bocca di tutti per cose brutte e non per il turismo,i paesaggi e altro ancora.
Insomma mi sto purificando,non solo mentalmente anche dalla mia citta’,che si amo certo,ma che vedo non avere spiragli di spazi per chi cerca anche vivibilita’.
Qui ,adesso,ascolto problemi legati a cosa cucinare domani,cosa raccogliere dall’orto per regalare,a noi turisti,il gusto unico della coltivazione diretta da offrire sui tavoli.
Noi no,figurati dare la cozza alla diossina…
Tornero’ certo,ma sapendo che altri,nei piccoli centri di montagna sono fortunati di avere una grossa cosa:spazi senza industrie e aria sana e pulita.Dite poco,o no?

L’ILVA,TARANTO E IL PENSIERO DI VASCO.

L’Ilva su tutti i giornali e Taranto anche.Il dramma si fa largo con  servizi televisivi,inchieste,interviste a operai e dirette televisive via satellite.
Poi ci si mette un personaggio,Vasco Rossi,che stando beatamente a riposo a Castellaneta Marina in un resort a rilassarsi ai bordi di una piscina,dice cose sull’Ilva e sugli operai.
Cose giuste,per carita’,ovvieta’ per alcuni.
Ma il potere del personaggio famoso,convoglia nelle sue pagine personali di facebook,commenti e addirittura l’invito per un concerto in onore degli operai.
Cio’ mi fa venire alla mente quando in passato band famose hanno sponsorizzato il diritto alla legalita’,alla giustizia e all’eguaglianza,facendo concerti su concerti e “vendendo la loro immagine” per cause giuste.Basti pensare al Live Aid come evento icona sulle questioni della fame nel mondo e sul diritto dei popoli africani a essere aiutati a non morire di fame.
Vasco rivendica il diritto al lavoro e all’ambiente sano,dice che “Io sono un artista e noi possiamo portare al massimo un po’ di gioia” e dice una cosa giusta.
L’artista puo’ e deve portare musica e gioia ma dall’immolarsi a icona di cause sociali e difensore dei diritti di qualcosa o qualcono ce ne vuole.
Anche i famosi U2,simbolo contro apartheid e diritti negati,poi alla distanza diventati famosi hanno dimenticato Amnesty International o altre cause passate….
Quindi un plauso a Vasco che sembra uno di noi e non diventa telepredicatore di un qualcosa che conosce solo in parte.Magari sarebbe giusto da parte sua,aumentare la sua + conoscenza  sul problema Ilva Taranto poiche’ si trova a pochi chilometri dall’acciaieria e se dovesse regalare un concerto lo si potrebbe dedicare,al limite, a tutti quelli che per i profitti del privato hanno perso la vita.

OGGI A TARANTO TUTTO GIA’ SCRITTO,AMICI COME PRIMA…O NO?

L’Italia dei ministri arriva a Taranto sotto un sole forte e le premesse di una intera citta’ di volere un futuro chiaro sulle tematiche legate alla grande industria.
Passera e Clini,non ne sanno abbastanza dei guai che Ilva ha prodotto,certo,ma venderanno sulla bilancia del compromesso una nuova soluzione con una nuova AIA,con promesse di gestione della fabbrica con investimenti e tante tante promesse.
Il tavolo in prefettura poi doveva avere anche rappresentanti dei cittadini,quei cittadini che oggi non hanno potuto manifestare degnamente in piazza della Vittoria perche’ e’ stata interdetta la zona,un po’ come lo fu per Genova nel G8 del 2001.
Adesso che la magistratura ha scoperto,sentito gli intrallazzi per telefono e ha nomi e cognomi dei complici della grande abbuffata in nome del dio acciaio,speriamo che sia fatta giustizia e anche presto.
Rendere inoffensiva l’Arpa col suo direttore,Assennato,e’ l’inequivocabile prova che il privato,messo alle strette da normative e regole,spesso cade nella tentazione di coinvolgerlo nella  grande spartizione della torta,a suon magari di euro.
Insomma oggi in un venerdi’ 17,o si vive o si muore,ma anche o si cambia,e bene senza falsi si,o si deve combattere ancora nelle piazze con fermezza e orgoglio.
Ma la mia paura e’,oggi,che ai tavoli dei ministri ci siano anche persone non idonee a rappresentarci,e oggi,purtroppo,stavano seduti a far finta di difenderci.
Foto tratta da: http://immagini.n3po.com/

TARANTO E ILVA:SIAMO AL PUNTO DI NON RITORNO GIA’.

Se dovesse accadere cio’ che tutti non vogliono,cioe’ la presa di posizione del governo Monti per zittire con un decreto l’operato della magistratura tarantina,ebbene sarebbe un fatto gravissimo per l’intera Italia.
Sarebbe una forzatura alla liberta’ di un giudice di decidere una sentenza contro una grande industria e il suo inquinamento.
Si sta sbagliando,da parte di tutti,l’approccio a questa situazione drammatica per la comunita’ jonica.
Si dimentica l’operaio,l’ambiente e le regole e i diritti di tutti.
Se dovessero sovvertire cio’ che e’ stato deciso,avremmo una certezza,l’ennesima per questo paese,cioe’ quella di una presa di potere decisionale da parte delle istituzioni atte a sovvertire meccanismi democratici che possono piacere o no a tutti.
Il gip Todisco puo’  aver sbagliato solo in una cosa:non essersi documentata bene sui procedimenti tecnici che la sua sentenza potrebbe provocare all’impianto dell’Ilva di Taranto,andandone ad aggravare una situazione produttiva che in termini tecnici e’ impossibile da bloccare immediatamente.
Quindi,se di errore si deve parlare,si potrebbe parlare di passo piu’ lungo della gamba,che potrebbe essere aggiustato seguendo indicazioni tecniche giuste date da terzi con esperienza nel settore, per fermare gli impianti stessi.
Insomma a Taranto verranno a tirar le orecchie al giudice e forse con in mano un decreto legge Ilva.
Ma lo scontro e’ gia aperto e sui social network si parla gia’ di colpo di stato alla magistratura e ai diritti internazionali.
Sarebbe piu’ semplice forse sedersi ad un tavolo,tutti,e capire come ammodernizzare gli impianti e gestire il  loro meccanismo,ma qui a Taranto si parla di guerra fra due fronti:gli ambientalisti e gli operai.
Insomma una guerra tra poveri.
 
Foto tratta dal sito:http://immagini.n3po.com/
 
 

TARANTO:RIVOLUZIONE 2.A

Ieri sera in Piazza della Vittoria a Taranto,si e’ di nuovo fatto sentire un vento di cambiamento nel panorama ambientalista e civile jonico.
Si sono infatti radunati i sostenitori pro chiusura Ilva e a favore dell’ordinanza del Gip Todisco.
La serata e’ scivolata via con gli interventi di alcuni ambientalisti storici,come il professore Alessandro Marescotti e simpatizzanti vari.
La rivoluzione 2.a,come io ho chiamato questo momento storico cittadino,dove a sta per ambiente,nasce da lontano e da lontano si porta dietro idee e uomini.
Si sta piano piano infiltrando anche nel tessuto operaio stesso,che in questi ideali,ne accetta alcuni di sicuro:
il diritto alla salute degli operai stessi,
la mancanza dei sindacati nei momenti decisivi
la voglia di coesione totale tra cittadino e operaio stesso.
La rivoluzione 2.a a Taranto,ha sancito anche un momento importante:il rifiuto di una comunita’ a farsi calpestare dal governo centrale che,mandando i suoi uomini il 17 di questo mese,vorrebbe decidere tutto in barba a una decisione del gip che,a modo di parere di molti,resta leggittima e giusta.
 
Una questione personale tra citta’,stato,privato e politici.
Un cerchio dove il dramma occupazionale rischia di passare in secondo piano e con esso anche il diritto ad avere un ambiente piu’ pulito.
La rivoluzione 2.a a Taranto,ha connotati tecnici del momento attuale ,vedendo i social network in primissimo aiuto e come vettori di aggregazione sociale delle problematiche locali.
Adesso si vedra’ se il piccolo Davide combattendo avra’ la forza di resistere non piu’ a un solo Golia,ma a molti di esso.
Infatti sembra che l’offensiva se pur istituzionale romana sia molto forte e accentratice,verso interessi che si espandono in piu’ direzioni.
Comunque vada,Taranto ha la sua rivoluzione che a differenza di quelle arabe non e’ contro dittatori ma contro un nemico,ironia della sorte,che e’ anche amico.
Infatti,e questa e’ la disgrazia attuale,il diritto al lavoro e’ stato reso dall’inquinamento scellerato della grande industria,non piu’ tale,diritto,ma un ricatto.
L’operaio stesso sembra di aver capito tutto e chiedera’,forse e speriamo,l’aiuto anche lui alla rivoluzione tarantina 2.a.
 

ILVA:ROMA MARCIA SU TARANTO.

Il governo schierera’ il 17 Agosto a Taranto tutte le sue forze con i ministri Passera e Clini per capire sul terreno il nodo Ilva.
Ma in queste ore la cosa piu’ sconcertante e’ la messa in dubbio dell’operato del Gip Todisco,la quale con fermezza e decisione,ha ribadito un concetto:l’ilva non puo’ produrre fino a quando non mette in regola l’impianto.
A questa decisione molti esponenti di governo e anche politici hanno risposto duramente a tale decisione e anzi,hanno ribadito un concetto principale:l’Italia non puo’ fare a meno del piu’ grosso siderurgico d’Europa e mettere a rischio migliaia di posti di lavoro.
A questo punto viene spontanea una domanda:ma che potere ha il Gip e quale peso puo’ avere sulle sorti di un’azienda inquinante che e’ fuori legge?
E poi si puo’ capovolgere una sentenza di un tribunale e ribaltarla denigrando cosi’ l’opera di un giudice e del suo staff?
Gli interessi sono molti e con essi vengono calati gli assi di una difesa che va dai partiti al governo,dai politici alle istituzioni locali.
Fatto e’ che adesso si apre un doppio canale per Taranto,vista piu’ che mai come una sfida tra un giudice,un governo e i partiti che invece di offrirsi a mediatori di un processo che dovrebbe inglobare diritto al lavoro e all’aria pulita,sta diventando una cosa personale….
Alla fine l’impianto e’ li,in attesa di vedere che fine fare e ieri,ritornando da Castellaneta Marina,passando vicino a esso,ho rivisto tra i fumi di vapore tutto cio’ che e’ stato il siderurgico e tutto cio’ che ha dato e tolto alla citta’.
L’equita’ di un processo sommario dovra’ essere adesso interpretato in un ottica serena,attingendo dalla fonte della verita’ democratica,fatta di dati e certezze,il futuro della citta’ stessa.
Lunica cosa che fa tristezza e’ che non si doveva arrivare a tutto cio’ con una recessione in atto,una crisi mondiale dell’acciaio che avrebbe,in tempi normali,dettato solo cassa integrazione e ferie forzate.
Adesso lo spettro e’ quello della fine di un’era,quella della manovalanza industriale,in una citta’,Taranto,che nel suo dna ha anche questo.
Parlare invece di pesca,turismo invece sembrerebbe vintage,invece dovrebbe essere l’alternativa a cio’ che potrebbe sparire.
Invece,l’alternativa fino a oggi per colpa della politica non e’ stata trovata.
 
foto tratta dal sito:http://immagini.n3po.com/