ILVA E REATI:LA STORIA CONTINUA .

A Taranto in questi giorni si svolge nella Corte d’Assise il processo al gruppo Ilva gestito dai Riva.

Il pm Buccoliero nelle sue requisitorie apre scenari che gia’ conoscevamo ma che rafforzano il concetto di illegalita’ nella gestione del piu’ grande impianto a caldo del mezzogiorno.

ILVA nel tempo ha creato oltre che danni ambientali e di salute,un circuito dedito alle menzogne e nel processo in atto a Taranto conferma il tutto nelle carte dei verbali che vengono lette in aula.

Buccoliero aggiunge:” in Ilva non funzionava niente per il contenimento ambientale. I limiti che Ilva diceva di rispettare erano relativi ad un impianto funzionante, in perfetta efficienza, l’esatto opposto di quello che era Ilva”.

La salute degli operai stessi e quella dei cittadini veniva messa da parte e la cosa piu’ importante per il gruppo Riva era quella di aggirare le norme in materia di anti inquinamento,andando a sforare i dati relativi alle immissioni di benzoapirene e derivati vari nell’aria.

Insomma la diossina la faceva da padrone e,anche oggi,passi evolutivi in materia sia di prevenzione all’interno dell’impianto e sia in fuoriuscita dei fumi nell’aria destano dubbi e incertezze.

La citta’ di Taranto reclama a viva voce la fine di tale sua agonia,sperando in una presa di posizione della politica che,sorda da piu’ parti,rinnega le sue promesse dette varie volte.

Chi non dimentica le venute a Taranto dell’allora presidente del Consiglio Conte,il suo dibattito con gli operai e la sua volonta’ di rendere green la fabbrica sperando di poter equilibrare da ambo le parti la necessita’ di lavoro e tutela della salute?

Adesso,con il passare dei giorni,avremo e seguiremo il processo a personaggi che hanno fatto soldi sulla pelle dei cittadini e hanno ammazzato operai in fabbrica con gas velenosi e con scarsa manutenzione che ha portato a crolli di gru nell’AREA PORTUALE E INCIDENTI VARI.

LA FABBRICA DELLA MORTE DEVE CHIUDERE.

TARANTO VA RISARCITA NON DI SOLDI MA DI FUTURO VERDE,SENZA PIU’ VELENI NELL’ARIA E SENZA PIU’ IENE PRONTE A SBRANARE PERSONE INERMI.

TARANTO LIBERA.TARANTO VIVIBILE SEMPRE !!

OGNUNO AL SUO POSTO PLEASE.

I governatori delle regioni italiane mi piacciono.Si hanno l’aria del papa’ che vuol difendere casa e famiglia,ammettendo colpe di altri pur di passar per onesto.

Zaia e’ quella parte del nord Italia operaistica,tutto muscolo e iniziative veloci che mettono da parte la burocrazia per andare al succo del problema.

In Campania De Luca sembra il nonno incazzato con la modernita’ dei tempi e minaccia con la scure idealmente tutti quanti.

La Puglia con Emiliano rassicura con il suo faccione,operativo e razionale fin al punto di ricorrere al Tar per difendere lo scontro sulla scuola.

La politica riscopre chi sta dietro le quinte. Si poiche ‘ prima del cov19 avevamo Salvini,Di Maio e altri sempre li in prima pagina,a rubar le news dei tg e dei giornali.

E i sindaci?Poveretti,cercano di aggrapparsi al lenzuolo dei media con iniziative atte a salvare i cittadini da un rischio di caduta nel baratro imminente.

Prendi Taranto e Melucci.

Vi e’ l’annosa questione ex Ilva,le morti per tumore neonatale e quello per i carcinomi alla prostata.

Si una lotta fino all’ultimo colpo,avvincente sotto alcuni punti di vista dato lo scontro con il governo centrale.

Il covid passera’ prima o poi e torneremo nelle gerarchie di politica e politici,ognuno rispettando il suo ruolo e apparendo di meno in tv e magari lavorando con impegno maggiore dietro la scrivania .

COV19,I FUMI DEI CAMINI E LA BUGIA DEL GOVERNO.

Arcelormittal vince il ricorso al tar e potra’ continuare a produrre acciaio a Taranto.

In barba al diritto alla salute,l’azienda indiana non trova opposizione dalla legge e noi tarantini continueremo a sentire l’odore della cocheria e a vedere i fumi dei camini.

La storia del cov19 ridisegna un quadro politico anomalo,gestito in emergenza certo ma molto approssimativo.

Il povero Conte si e’ trovato,ma ormai da tempo,in mezzo a un vortice negativo dove risicare numeri per andare avanti e’ all’ordine del giorno.

La storia della questione Ilva prima e Arcelormittal dopo,e’ il frutto di quello che vediamo oggi.

Un filo decisionale povero di fermezza e molto vago nelle azioni.

Il m5s che ci promise la chiusura dell’Ilva anni fa,oggi si ritrova senza  piu’ seguaci in citta’ e molto odiato per questa repentina fuga dalle promesse.

Non mi sorprende affatto il dibattito sull’emergenza coronavirus poco chiaro anche nelle informazioni tecniche da parte degli esperti,prima superficiali a diagnosticare una vera emergenza e,oggi,pieni di date di apertura delle regioni che sa di rischio alto.

Sulla chiusura delle fonti inquinanti a Taranto non ci ho mai creduto e solo la coscienza dei cittadini esausti da anni e anni di lotta ambientale,mi porta ancora a seguire la vicenda con continuita’.

La storia continua e mi aspetto altre delusioni politiche in questo periodo di quarantena….

 

 

TERRA TI VORREI DIFENDERE MA QUI DA ME NON SI PUO’…

Oggi e’ la giornata mondiale della terra,l’EARTH  DAY appunto.

Una giornata ambientalista,fatta  di promesse e premesse,illusioni e certezze dettate dai numeri.

Una giornata utile,o forse no,visto che in alcune realta’ il termine salvaguadia dell’ambiente non esiste.

A Taranto non esiste,e da molti anni.

Quando si decise di costruire il mostro,l’Ilva,e sancire la chiusura delle illusione e dei diritti al popolo tarantino ,cesso’ la speranza.

Ci condanno’ la volontà,allora,di credere che il benessere economico e produttivo di una nazione,andasse pari pari assieme a quello di una citta’,Taranto appunto.

La diossina era parola sconosciuta e quando la domenica si andava al circolo Vaccarella a gustarsi partite di tennis e caffe’ al bar,tutto era bello e spensierato.

La giornata della terra e’ quella del rispetto ad essa,della volonta’ di non farle male e,anzi,proteggerla da fattori esterni ed inquinanti.

Qui non si puo’ in riva allo Jonio,no!

Quando avrebbero potuto fermare le zone produttive del colosso siderurgico perché inquinavano l’ambiente e uccidevano i polmoni di noi tutti cittadini,il governo nonostante una presa ufficiale della magistratura con il gip Patrizia Todisco,disse no.

Si doveva continuare,in barba alla terra,a noi tutti.

L’ambientalismo locale e’ sceso in piazza,si e’ sforzato di denunciare e fotografare i fumi del camino E312,ma nulla e’ servito.

Cosa posso fare io mia terra,cosa possiamo fare per fermare il fumo che ti avvelena?

La Earth Day forse varra’ per alcuni,non per tutti.

Oggi e’ il giorno della sconfitta,dell’ennesima presa d’atto di uno sforzo inutile,di una fine della zona di diritto che sconfina nella violenza politica che sancisce dove puoi vivere e dove no.

I dati epidemiologici di Taranto inerenti il cov 19 se oggi sono bassi e fanno ben sperare,visti nell’ottica di quelli di patologie pneumologiche e di malati di mesioteloma fanno paura.

Il tumore infantile e’ altissimo e le polveri sottili assieme alla diossina sono all’ordine del giorno.

Cara mia terra ti avrei voluto aiutare,ma qui a Taranto non si puo’,e’ vietato!!

NON DATE I NUMERI ORA,IL COV19 E’ CRUDELE.

L’Osservatorio nazionale della salute,dirama l’elenco delle regioni italiane che ,a contagio zero,potranno ripartire.

Io il 7 di maggio,sempre se qualche sciagurato rinneschi un nuovo focolaio booommmm addio liberta’ vigilata.

Avrei voluto in questo momento vivere chesso’ in un paese comunista (CINA NO SIC..),si con la C maiuscola,dove il tg e’ scritto dal capo del partito,dove parla uno speacker in tv che sembra un robot,dove il comunicato pandemico e’ quello senza se e senza ma,dove tutti credono solo a una fonte,dove tutti non fanno troppe domande scomode.

Invece da me,in Italia,dall’inizio della pandemia da cov19,abbiamo sentito medici chiacchieroni e untori di false speranze,politici immuni ma poi colpiti anche loro,governatori egocentrici e figli della piu’ grande smania di apparire,dopo smontati inesorabilmente dai dati in rialzo e dalle sbagliate amministrazioni locali.

Abbiamo sentito diversi dottori,esperti,incoraggiarci a non credere al pericolo e,anzi,riderci sopra poiche’ i numeri della passata stagione erano ben altri….

Oggi il comunicato,la liberta’ ad un passo da noi,il ripristino delle attivita’ grazie all’azzeramento del contagio.

PAZZI.

Ma si,diamo i numeri,le date,diamo illusioni e invogliamo a prepararci alla domenica al mare tutti quanti in nome di quelle negate prima.

Auspico che cio’ avvenga,certo,ma vorrei prudenza,calma,senso del polso dell’italiano esaurito chiuso in casa e facile a ottimismi psichici.

La politica deve spalmare con attenzione il periodo della fase 2,deve rilasciare ottimismo ma anche attenzioni.

Il cov 19 e’ subdolo,stronzo,cattivo e audace.

Dare numeri oggi e’ sbagliato,accresce voglie e azioni che potrebbero anche creare un ritorno al passato.

E’ giusto individuare una fuga dall’incubo,una  luce in fondo al tunnel ma questo virus e’ nuovo,sconosciuto.

Quando dicevano che morivano i vecchi sbagliavano.

Quando dicevano che era una banale influenza sbagliavano.

Quando la Lombardia mandava i malati cov in albergo,sbagliava.

Errori,molti commessi.

Ma i numeri certi,o quasi certi a seconda della gestione regionale del lockdown,non dateli ora per carita’….

IL BERGAMASCO E L’EX ILVA:AFFINITA’?

Prendo spunto da un pezzo dell’articolo di Francesca Nava,pubblicato  il 17 Marzo sul portale online TPI.it

 

“Creare subito una zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro avrebbe significato bloccare quasi quattromila lavoratori, 376 aziende, con un fatturato da 700 milioni l’anno.
“Un danno incalcolabile per il nostro territorio, un enorme dramma per il nostro tessuto economico”, diceva il sindaco Bertocchi due settimane fa quando, invocando la zona rossa, chiedeva comunque ambiguamente di mantenere la circolazione delle merci.

Quindi bisognava andare avanti,produrre e far in modo che le aziende non interferissero con le precauzioni attivate in altre zone come Codogno.

Arriviamo a oggi,a Taranto per precisione.

Ieri un terzo operaio di Arcelormittal e’ stato ricoverato all’ospedale Moscati con sintomi attribuibili al cov19.

Il prefetto Martino ha confermato che lo stabilimento puo’  ancora produrre,vendere e far lavorare i 5.500 operai all’interno della fabbrica .

Il sindaco Melucci ,pur confermando la paura dell’intera citta’ a non far diventare l’ex Ilva un lazzaretto stile Codogno,rimarca la necessita’ anche da parte della regione Puglia e con essa il presidente Emiliano,di reagire vivamente verso il governo Conte  affinche’ si possa evitare una confluenza di lavoratori a contatto tra di loro ed eventuali rischi pandemici.

Dalla mia rimarco la semplice e annosa questione legata a un dato di fatto,e cioe’ quello dell’impossibilita’ di fermare la fabbrica anche con decreti giuridici(vedi il caso del p.m.  Todisco…)e la poca volonta’ del governo a chiudere una fabbrica che annovera tra i suoi risultati quello di sfornare oltre all’acciaio anche diossina e veleni.

I dati inequivocabili della mortalita’ infantile a causa della diossina,la percentuale di mesoteliomi e patologie connesse all’inquinamento,fa si che quella fabbrica,con o senza cov19,andrebbe fermata.

L’esigenze economiche dell’Italia,la produzione industriale e il rischio di infezione tra la popolazione evidentemente non bastano.

La patata bollente Ilva e’ troppo grande per essere risolta.

Taranto e i tarantini non meritano di morire due volte,non devono essere persone con il marchio di un genocidio nel proprio dna e,anzi al contrario,dovrebbero essere loro i primi attori di una rinasciata sociale ed economica con altertnative  diverse dall’acciaio.

lA LEZIONE BERGAMASCA  non e’ servita a nulla e spero solo che il caso Codogno non affianchi un caso Taranto.

TARANTO,IL CORONAVIRUS E LA FABBRICA A PIENO REGIME!

La  piu’ grande fabbrica europea,arcelormittal, continuera’ a produrre e vendere acciaio in barba alle misure restrittive in tema coronavirus.

Taranto sulla sua pelle ha ferite che non basteranno generazioni a rimarginarle.

La patologia piu’ diffusa qui e’ il tumore al polmone,mesotelioma e malattie dell’apparato respiratorio in generale.

Il governo con il presidente del Consiglio Conte,tempo fa venne in fabbrica a promettere riqualificazione ambientale,controlli serrati e rispetto della tutela della salute pubblica.

Ancor prima,in campagna elettorale,i 5stelle e l’allora Di Maio galluzzante,promisero addirittura la chiusura del mostro d’acciaio,rimarcando un concetto che presto mori’ nel dimenticatoio.

Il progetto era la bonifica delle aree industriali,la non perdita dei posti di lavoro e una finalmente green economy in riva allo Jonio.

Oggi il prefetto dirama l’ordine di continuare a produrre,mettendo a rischio la salute gia’ precaria degli operai all’interno dello stabilimento e tutta quanta quella dell’intera citta’ e provincia.

Basti pensare a come sarebbe tragico un balzo di casi positivi in fabbrica con focolai incontrollabili e spargimento di virus ai familiari degli operai stessi e loro conoscenti.

In questa situazione ancora in evoluzione del virus sul territorio nazionale,sarebbe stato assolutamente prioritario ridurre il numero degli operai in arcelormittal e evitare quindi possibili contagi molto rischiosi.

Ma a Taranto,si sa,la logica del profitto ai danni della salute pubblica e’ sempre esistita.

Basti pensare al tempo del sequestro dell’area a caldo del gip Todisco e i decreti salva ILVA che misero a tacere l’atto della legge .

Oggi a Taranto l’impianto e’ pericoloso,e’ inquinante e fuori norma.

Oggi si continua a commetere un genocidio sulla popolazione e sugli operai stessi,vittime due volte.

La prima per i fattori inquinanti che assalgono i loro polmoni,secondo per il rischio virus.

Ma ripeto la legge del pil nazionale,dell’economia prima di tutto e dell’europa che vuole fatti e numeri in regola,prende priorita’ dinanzi al grido di dolore di chi ha perso figli e mariti all’interno di una fabbrica che dovrebbe da tempo dormire per sempre .

QUI SIAM MORTI GIA’,IL VIRUS NON FA PAURA.

Vi scrivo dalla terra dove per produrre acciaio muoiono piu’ bimbi in Italia.

Qui c’e’ stata una manifestazione mercoledi’ per ricordare le vittime dell’inquinamento e per ribadire,se ve ne fosse bisogno,la volonta’ dei cittadini di chiudere quella maledetta fabbrica.

Ma siam pochi,pochissimi,messi alla gogna in nome del pil e fatti ammazzare dai veleni che il governo accetta e vuole.

Il virus attuale colpisce molte persone,certo.

Ma non ammazza tutti,anzi come la natura ci insegna,uccide i piu’ deboli.

Qui no.

Si nasce sani,si cresce e poi  PUM…ti ammali.

Due,tre,quattro,quindici,venti,cinquanta,ottanta……anni      ….sempre.

Allora che differenza c’e’ tra noi e gli altri italiani?

Un numero,esiguo per l’OMS,per lo Stato ,per il governicchio attuale e per il mondo intero.

Il numero e’ basso,ma esiste.

Il sindaco oggi ha ribadito che attendera’ un mese e poi blocchera’ la fabbrica.

Ci credo poco che riuscia’,non lo fece il GIP Todisco chiudendo l’area a caldo che poi a sua volta ritorno’ in marcia grazie ai decreti salva Ilva…ricordate?

Il virus a Taranto non fa paura,perche’ siam morti seppur vivendo—-

A CHE SERVE LA VITTORIA DI DIODATO PER TARANTO?

Credo a nulla.

Sara’ vetrina per molti giorni,sara’ rabbia contro le ingiustizie ma nulla puo’ contro la decisione del potere.

Meglio il sudore della calca e i cartelli in piazza,quelli si,a dire basta al massacro.

Perche’ sapete che il popolo scende in piazza,senza lustrini,e disperatamente cerca una ragione logica al veleno della fabbrica.

Il popolo ha voglia di abbattere il politico venduto al pil e,lui il politico,non vede nemmeno Sanremo forse.

Diodato e’ figlio come me,noi della nostra appartenenza non voluta all’acciaio,quello che i nostri padri hanno formato e che i nostri cari hanno subito con la loro morte.

Diodato come altri,forse anche la bella Nadia Toffa che grido’ nelle corsie il dolore delle mamme e la morte maledetta dei bambini.

 

SCAPPARE O RIMANERE?

In questa citta’,la citta’ dell’acciaio e dei due mari,si passa dalla piu’ grande disperazione al piu’ gran ottimismo,nell’arco di due secondi.

Arcelor Mittal forse molla tutto,forse e rilascia al governo la patata bollente del futuro in riva allo Jonio.

Il futuro,appunto,visto dal giovane tarantino e’ come una certezza.

Andare via e poi magari tornare l’estate o a Natale .

Il governo Conte apri’ la questione Taranto(ricorderete la sua visita allo stabilimento ex Ilva con gli operai…)e affermo’ che sarebbe stata la prima rispetto alle altre.

Conte cerca di mettere le pezze ogni giorno ai problemi dell’Italia,e lo si e’ capito vedendo Di Maio scomparire nel piu’ facile compito di ministro degli esteri.

La domanda che ci poniamo,sempre parlando di Taranto,e’ quella semplice,e cioe’ se esistera’ la svolta storica e se sara’ possibile limitare le fughe dei cittadini ionici dal loro territorio.