NULLA DA RIDERE CARA LUCIANA.

“Non sarebbe il caso, cara Luciana –hanno
scritto sulla loro pagina Facebook –di aggiornare il
tuo manzoniano immaginario delle monache di vi-
ta contemplativa?”
Le clarisse del Duomo di Napoli,hanno ragione.
Perché  cara Luciana,l’esuberanza  vestita da monaca,prete,frate,non è  eccezione.
Anzi è  ciò  che vorremmo tutti,e  cioè  un rapportarsi di codeste figure alla normale attitudine di ogni essere umano,e quindi anche alla  loro ,cara Luciana,esuberanza a lasciarsi andare in facili entusiasmi a  godurie del momento come quello dell’incontro con il Papa.
Come dire,cara Luciana,che tu essendo diciamo comica,devi ridere sempre e non puoi mai piangere,pensare in negativo o essere goliardica verso gli altri.
Hai sbagliato a cadere nei facili atteggiamenti  moderni,e cioè  quelli di giudicare  le apparenze e non la sostanza.

arallagianluca

LETTERA A MASSIMO.

“Il Pd è un partito a forte componente personale e anche con un certo carico di arroganza. È diventato la più grande macchina redistribu- trice di potere, la più grande forza di attrazione del trasformismo
italiano”..D’Alema.
Insomma caro Massimo, da partito della gente, da forza attrattiva per convergere assieme contro poteri occulti a danno di noi comuni mortali, diventa fautrice di favoritismi,di logiche personali e come dici tu di trasformismi.
Un cambiamento che perde le sue radici storiche, penso ai vecchi circoli di partito, alle federazioni giovanili e ai sogni di milioni di persone a credere in un futuro diverso, e cioè quello del cambiamento possibile.
Ci si è allineati quasi a quel velo  sudicio che fu Forza Italia e la sua logica ad personam, a quel percorso che ebbe in soubrette a Palazzo Grazioli e in altre schifezze una buona parte della storia italiana.
Caro Massimo, pur non condividendo alcune tue pecche del passato, concordo con te nel lanciare un ennesimo grido di dolore e sofferenza verso un partito, la sinistra vera, che iggi è più figlio della destra berlusconiana e non della storia del vecchio PCI.
Le beghe interne al partito e le sue correnti, denotano ancora la
difficoltà di ammettere una sconfitta o forse una fine decisa e ferma di un percorso, quello di sinistra, che oggi non ha più senso.
Essere di destra essendo di sinistra non è giusto, o meglio non è rispettoso verso chi nella sinistra aveva trovato un percorso di immedesimazione personale.
Renzi e i suoi trasformismi sono figli anche degli errori del passato, anche i tuoi.

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DOPPIO FONDO

“Quello di Maurizio
Lupi è un gesto di
grande dignità e
sensibilità”…Renzi.
Doppio fondo caro Renzi.
Già  i favori si chiedono per i figli,certo.
Ma sovvertire un modo etico di essere politico, definirsi “al servizio del paese”,no,non si può  vero caro Lupi?
Vabbe ‘ i figli son figli,core de core,ma perché  non fare le cose normali,mettersi in fila come gli altri,sperare in un concorso,insomma essere quasi come noi  comuni mortali senza speranze.
Insomma mi dimetto perché  non ho fatto nulla di anormale,o meglio,se ho fatto qualche cosa è  stata fatta come avrebbero fatto e agito tutti gli italiani genitori.
Con una differenza caro amico,e cioè  che tu puoi mantenere un figlio a vita ,noi sperare che lui,il figlio,possa avere un futuro migliore del padre,o della madre…capito?

arallagianluca

LE METAFORE DI FRANCESCO.

Papa Francesco  ci ha detto che la metafora di Adamo ed Eva è  servita nei secoli e che l’inferno non esiste.

Insomma mia nonna Giuseppina mi ha detto una bugia quando ero piccolino e io,quando sbagliavo facendo cattive azioni,temevo le calde fiamme degli inferi.

Poi Dante un po me lo fece amare diciamo,narrando si metafore ,addolcendo il timore di ogni cristiano.

In fondo sapevamo che un po esagerava il buon fiorentino e allora ci sentivamo meno responsabili di atroci peccati quotidiani.

Adesso come la mettiamo caro Bergoglio con la storia di Mosè, Noè  e il presepe con il bue e l’asilo? 

TUTTO FU PERMESSO…SIAM ITALIANI.

“Il Cav. ama le combriccole, le feste, le
ragazze, e saranno fatti suoi. Non è che un
ruolo pubblico ti obblighi a giocare a cana-
sta con le coetanee. Chi mai l’ha detto? Do-
ve sta scritto? Questo è il paese degli amo-
rini, dei cherubini, dei Leporello, dei Don
Pasquale.”
Giuliano Ferrara sul Foglio oggi.
Un paese dobbiamo capire cari amici che  dove portare squillo a Palazzo Grazioli,dire che una ragazzina è  figlia di un capo di stato,o  essere protagonista in squallide storie ,deve essere cosa normale…siam italiani.

Dobbiamo scordarci dei moralisti,dei giudici uccisi dalla mafia e di chi si alza la mattina presto alle 5 per andare al lavoro,prendendo una paghetta e scordarsi i contributi perché  lavora  in nero.
Dobbiamo scordarci , caro Ferrara,delle assenze dei politici dalle aule (la loro fabbrica…), dei loro stipendi e dei loro privilegi.
Dobbiamo ammettere tutto,anche ciò  che fa scomodo, e essere onesti.
Dobbiamo dire che grazie a tipi come il tuo amico Silvio,l’Italia ha perso la sua dignità  e ammettere che tutto il marcio è  cosa buona e giusta,diventa proprio una mancanza di rispetto per l’intelligenza  dei tuoi stessi lettori…..

arallagianluca

COMMENTATORI 2.0

La bacheca di un profilo Facebook piena di commenti contro la maestra di Taranto che,pare,abbia violentemente usato il suo potere contro un alunno di un asilo.

Storia di aggressione, verbale  e  fisica che ha scatenato l’ira di molti e le pseudo vendette pronte per la protagonista di questa vicenda.

Mi soffermo sul giudizio che,grazie alla rete,crea opinionisti,giustiziere, forcaioli e killer pronti contro tutti e tutto.

Salta il meccanismo della certezza,della conferma sicura e dell’ aspettativa stessa di ognuno di noi che  ha nella giustizia madre della vendetta legalizzata.

Insomma l’educazione dei nostri genitori,il perdono della chiesa e il rispetto verso l’essere umano,crolla ed esce fuori ,dietro una tastiera, il problema dei problemi e cioè  l’isolamento brutale che ci rende egoisti e cattivi.

Il giudizio  di questi tempi è  figlio più  che mai dei media,articolati e ingannevoli,che usano immagini forti e commenti diretti a cercare nella sfera della rete,pseudo adepti di questo e quel pensiero.

Le immagini dell’Isis sono figlie della velocità, dell’ingannevole giudizio che regala a tutti noi nella sua feroce azione.

Il commento spesso viene supportato dal titolone che dimentica il terzo grado,come nei processi,che sancisce se uno è  colpevole oppure no.

Oggi tutto e subito,tutto è  chiaro senza margine di errore o sbaglio da parte di chi accusa,posta,o sventola idee del tutto personali.

Quindi dove potrebbe esserci la verità  o il giusto metodo di interpretazione?

Come muoversi nella palude del meccanismo veloce e spesso labile della notizia in rete?

Credo che si possa arginare il fenomeno approfondendo anche il passato,oppure restando sul titolo e aspettando sviluppi nei giorni successivi.

Una specie di attesa,di raccolta delle informazioni per poi divenire commentatori con più  credibilità  e affidabilità.

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