CI VORRA’ TEMPO,L’IMMAGINE DOMINERA’ TUTTI NOI.

Scrivere non e’ stato mai facile.

Mettere su un foglio di carta pensieri e idee sembra anacronistico oggi,ma seppur facendolo su tastiera,la difficolta’ non cambia.

Ma l’aspetto che noto di piu’ attualmente e’ quello dell’immagine in live time.

Il cellulare e la foto sono figli unici,del tempo attuale e ci narrano la notizia sotto una angolatura diversa.

Piu’ spiccia,pratica e confondibile con mille giudizi.

Si perche’ scrivere di un evento,ad esempio un peschereccio sotto il canale navigabile di Taranto che torna dalla giornata in mare,o fotografarlo e’ cosa diversa.

E da questo esempio la convinzione personale che oggi,la foto facile,distorce la realta’,rendendola appetitosa sotto mille punti di vista.

Andiamo al fronte,scriviamo di una battaglia in corso e narriamo le strategie,i morti e le conquiste di chi spara laggiu’.

Con un click lo stesso tema diventa’ una autostrada aperta a mille interpretazioni.

Vedi l’Isis,maestra nel gestire il dolore dei suoi prigionieri e la sua avanzata in varie parti.

Sa bene che scrivere dispacci o volantini non servirebbe a catturare l’attenzione di molti.

Riprende,fotografa e smercia la sua ideologia attingendo da un click o da un rec video cio’ che non farebbero mille parole.

E’ la verita’ dettata al tempo con un pugno diretto.

Anche l’11 settembre fu l’emblema di cio’ che oggi,ognuno di noi,regala al mondo con lo smartphone o la digitale.

La foto di chi si butto’ giu’ dalle torri per non morire bruciato rimarra’ stampata nella mia testa,piu’ di mille parole o articoli letti su quel maledetto giorno.

Il video  dell’impatto dei due aerei poi e’ il confine che segno’ il terrore in diretta mai visto sino ad allora.

Provate a scrivere di quel giorno…nulla sara’ mai come l’effetto di foto e video dell’11 settembre.

Il rischio e’ che ci possa sfuggire di mano la voglia di narrarci,di raccontarci e raccontare cio’ che vediamo.

Pensiamo a Tiziano Terzani,con i suoi libri e la sua mente che gira e ci racconta di storia di popoli e vicende locali con puntigliosa precisione.

Oggi potremmo raccontare dell’ex Russia con reportage di poche foto,di video di rivolte sociali e nostalgici di Lenin.

Oggi lo scatto quotidiano annienta la parola,la rende forse inutile,arcaica e troppo difficile da seguirla con calma.

In un mondo fatto di immagine,di velocita’ oggi,ci vuole la freddezza senza impostazioni come chiamo io lo scatto di tutti noi.

Fateci caso:andate nei siti dei quotidiani…quante parole,e’ vero,ma poi attorno…immagini,foto,video.

Avremo giornali fatti solo di foto in futuro,magari di video chesso’,andra’ a scomparire l’opinionista di turno perche’ l’opinione la faremo noi stessi,dentro.

Cosa che sta accadendo con internet,dove siamo cambiati conoscendo tutto,quasi,rendendoci conto di chi dice la verita’ e chi ci prende in giro.

Ma siamo ancora all’inizio,la parola qui regge eccome.

Ci vorra’ tempo,ma passeremo dalla scrittura alla sola immagine per capire e capirci.

UNA VOLTA ERA TUTTO PIU’ SEMPLICE.

Sara’ un caso ma quando il popolo non ha piu’ fiducia nella politica,si apre un varco dove ci si infilano tutti.

E’ la volta del leghista Salvini che sbraita contro gli italiani e poi,vedendo il vuoto politico appunto,si alza a difensore di quest’ultimi.

Poi c’e’ il cavaliere che,sara’ per la sua uveite,con gli occhiali neri sembra mister portasfiga.

Si quel personaggio che tira male e spera che finisca in peggio pregando  in una sua apparizione nuova sulla scena della politica.

Poi lui,il PD.

Animale di sesso incerto che si annida nella cultura italiana e che spera di trovare una sua identita’ magari accoppiandosi con una destra sempre piu’ in crisi anche lei.

E nel mezzo di questo gran casino ci siamo noi cittadini.

Oggi leggevo un’intervista di Prodi che spiegava il fallimento dell’Europa e della moneta unica.

Un fallimento politico,una disgregazione di mille idee comuni caduti nell’errore dei problemi interni irrisolvibili.

Insomma un gran bluff dove noi paghiamo le conseguenze e i difetti di una macchina che va male dopo i 100 all’ora.

Tensione sociale,sindacati poco uniti e recessione.

Siamo messi male e parlare di pensioni future sembrerebbe una logica da pazzi visto che il buco Inps e’ enorme e sempre piu’ profondo.

Ci agganciamo a chi,il Papa ad esempio,difende la dignita’ umana e il diritto al posto fisso di lavoro.

Poi  penso a chi all’estero con onore e orgoglio cerca di aiutare il prossimo,Gino Strada,e che qui viene trattato come un mentecatto.

C’e una logica nostrana che non quadra e che e’ figlia anche di certe ideologie che girano ancora nelle piazze e che fanno scrivere su twitter idiozie contro la nostra astronauta che,lassu’,stara’ bene a lavare solo i piatti.

Andiamo avanti e con forza difendiamo il nostro spazio su questa terra,malata,e che,vedi Taranto e l’Ilva,muore di speranze e controversie.

Non ci capisco piu’ niente.

Una volta era tutto piu’ semplice:il PCI,la DC e il PSI.

Meditate gente meditate…. 

L’UOMO NERO.

Sono sbarcati oggi a Taranto 910 immigrati provenienti da diverse aree critiche del Mediterraneo.

Sono sbarcati e avranno sulle loro spalle un peso maggiore.

Ebola,Isis,violentatori di donne,pazzi con il machete.

Si perche’ questi poveri cristi,venendo da parti del globo dove si uccide,si annientano diritti e si professa un credo violento per difendere ideali radicati e ermetici,sono loro stessi vittime del dna che portano dentro.

Vittime di parte di loro,che ha creato nella nostra testa,un agnello da sacrificare,una vittima che,spesso in America,e’ servita per guerre e pulizie.

Cammineranno sul ciglio della strada,con i sacchetti della spesa con poca roba dentro e,sorridenti,saranno guardati a vista,marchiati per sempre da infamie totalitarie di giudizi troppo omogenei.

Allora sarebbe meglio capire,entrare nelle tematiche dei problemi e cercare chi e’ veramente l’artefice di tutti i mali e distinguere il bisognoso dal terrorista o violentatore di turno.

Dovremmo fare questo,non avere paura di ritrovarci in una via e incrociare lo sguardo triste di alcuni di loro.

La politica,come sempre,da sempre mostra di se con la parte peggiore,quella dell’uso del colore della pelle e delle disgrazie per raccimolare consensi e approvazioni varie.

La lega nord,ad esempio,adesso vuol salvare il paese da chi,l’italiano stesso,era poco tempo fa lo straniero stesso.

Sarebbe giusto adesso riflettere,cercare la dignita’ del giudizio vero e non essere ipocriti e avere paura dinanzi a questa gente.

MANCANZA DI PROFUMO DELLE PAGINE….FINE DI UNA SENSAZIONE.

Mi piace leggere.

E’ una passione che coltivo da tempo,una nicchia di tempo che mi rende felice e mi estranea dal resto del mondo.

Mi immergo nel profumo delle pagine e assapora gli umori dei protagonisti di storie oppure mi incammino verso sentieri sconosciuti,da approfondire.

I libri sono anche la causa di un problema che molti hanno:lo spazio che occupano.

Allora mi viene voglia di un ebook,quella diavoleria elettronica che ti fa leggere libri,libri senza sentire il profumo delle pagine.

Ma e’ comodo,piccolo e ha molto spazio per immagazzinare pagine intere.

E i miei libri che fine faranno?

Le copertine che conosco a memoria andranno buttate vie assieme ai ricordi?

Non so,ma conoscendo il mio amore verso la tecnologia,faro’ questo passo.

Voi che dite?Lo avete gia’ fatto?Consigli?

I 32 DENTI E QUELLI A CUI MANCANO….INVECE.

Al G20 australiano i potenti della terra(ma poi lo sono veramente?) discutono di come migliorare l’assetto economico del pianeta,stringendo un po di qua e un po di la a danno di qualcuno.

Lo sconcerto personale e’ quello di chi sta alla finestra guardando un ebete nostrano che dalla mattina alla sera ci ripete di essere ottimisti.

I dati parlano di recessione,crisi sociale e imprese che chiudono perche’ mancano le commesse e i prestiti bancari.

Essere ottimisti per moda non mi va,anche perche’ e’ un film gia’ fatto da quell’altro omino tutto 32 denti che,andando a donzelle per i palazzi del potere,ci ha fregato 25 anni della nostra Italia.

Il pensiero negativo,credo,deve esserci anche,serve a spronare chi,nonostante la certezza di dati e statistiche,vuole catapultarci nel tunnel della felicita’,quel tunnel che mi ricorda gli spot del mulino….ove tutto e’ cosi’ perfetto e regolare e non esiste crisi delle famiglie.

Rispettare la piazza vuol dire anche prendere atto di un paese che e’ maturo e consono di cio’ che e’ stato fatto.

Ma rispettarla vuol dire anche che,oramai,l’italiano ha nel suo dna il concetto di politico,o meglio,di quello che dovrebbe essere il politico e la politica.

Non basta dire che lui,il 32 denti da Firenze,sente anche quelli che non scendono in strada e che invece rimanendo nelle loro stanzette accettano il da farsi della politica romana.

E no,caro Renzi,non basta.

Sarebbe opportuno invece affermare che,nonostante gli sforzi critici,l’Italia e l’Europa sono a un bivio.

Come quando crollo’ il muro di Berlino,venticinque anni fa.

Un’epoca,un periodo che ando’ via e che fece nascere,nelle menti dei politici di allora,la volonta’ di affermare l’unione totale di due germanie come  un passo decisivo verso la democrazia e aperture anche economiche e sociali.

L’Europa dovrebbe abbattere il muro che la circonda,e riconoscendo la validita ‘ di ogni paese,dovrebbe ripartire da questo.

La storia di ognuno non puo’ essere mercificata a Bruxelles o altrove,nei palazzi dove quattro gatti decidono se prenderci i soldi dai conti correnti o innalzare il livello delle tasse a tutti noi.

Un certo senso della dignita’ geopolitica,dove ogni paese deve esigere il suo posto.

Ha fallito l’Europa e bisognerebbe anche dire che ha fallito il concetto di politico al servizio di un ente comune che pensa solo a mettere i conti in regola di ogni paese.

Concludo dicendo anche del  caso Ilva da noi.

Si parla spesso di ridarla allo stato,di renderla efficace non senza danni per i tarantini.

Bonifiche attualmente da parte dei Riva sono nel dimenticatoio e i compratori(indiani,francesi,italiani…)dovrebbero sborsare molti ma molti milioni di euro per chiudere un’area a caldo vivendo solo con quella a freddo.

Una mossa che ,lo stato italiano,dovrebbe compiere per porre fine all’inquinamento sempre esccessivo da parte dell’Ilva stessa.

Ma anche qui,affermando che e’ l’unica industria che fa alzare il pil nostrano,sara’ difficile porre rimedio a una questione che ha causato morti e malattie irreversibili.

Quindi caro 32 denti da Firenze,da ridere e essere ottimisti,non sembrafar  parte di tutti noi..o no?

IL MIO CAMMINO,IL TUO COM’E’?

Sabato scorso ho accompagnato mio figlio in chiesa,alla messa serale dopo il corso di prima comunione.
Ho sentito l’omelia del parroco,ho annusato l’incenso della cerimonia,ho notato qualcosa.
Ho notato che avere uno spiraglio in qualche cosa,forse oggi,conviene.
Ma non per il gusto di farlo,per dire io “sono cattolico”,no.
Per una semplice ragione che si chiama equilibrio.
Si perche’ penso che l’equilibrio umano,la regolatezza della propria morale e delle proprie abitudini,debba essere regolata da un credo,sincero e unico,che guidi la tua vita.
Direte scoperta dell’acqua calda..certo,ma se ci pensate un poco,nell’era dell’ateismo sempre piu’ in crescita,avere un senso logico ci sta eccome.
Non dico rinchiudersi in un bigottismo a senso unico,no per carita’,ma sapere che un Cristo ti attende per esserti amico ti rimette in riga.
Alla fine della messa,il prete ha ricordato l’importanza dell’essere presenti comunque sempre,essere vivi nel proprio cammino.Allora,dentro di me,ho detto che forse per una mente anarchica e liberale,per un pacifista convinto e un ex di sinistra pd,era giusta la via del rimettersi in gioco,credendo ad un Dio e un uomo,Cristo,che mori’ sulla croce.
Peccatori rimarremo sempre,ma come dice un mio amico attualmente in Portogallo sulle orme del cammino di Santiago,dopo una birra vado a cercare la mia verita’.
E lo dice anche sapendo di essere peccatore,ma vivo e sincero con se stesso e sempre pronto a mettersi in gioco nelle sfere delle emozioni personali e nella sua intimita’.
Allora,e finisco,credersi completamente cattolici praticanti e bigotti ma colpevoli quotidianamente di azioni sbagliate e’ il maggior equivoco per molti.
Meglio essere un peccatore che cammina,cerca e annusa un momento spirituale,di pace e carezze con l’uomo della croce.

MALTEMPO E MALETEMPO DEI GIORNI NOSTRI.

Abbiamo bisogno delle mazzolate per cercare di essere come gli altri.

Mi riferisco alle condizioni meteo che imperversano sull’Italia e che,sentendo molti esperti,dovrebbero continuare ancora per giorni.

Ma quello che mi fa piu’ rabbia e’ sentire politici,esperti nazionali della protezione civile ,sindaci,che la prevenzione e’ mancata e che,essa anzi,e’ figlia dei tempi passati ove la regola del condono edilizio,ad esempio,mieteva vittime future.

Si basti pensare allo scellerato modo di costruire edifici a ridosso di montagne,colli e collinette,o vicino a fiumi,e che non sono state vietate da chi,allora e oggi,sentenziava la politica del mattone a quella della sicurezza.

E con essa anche quella della bustarella,del corrotto e del corruttibile nostrano,tipica usanza in voga in passato e che,oggi,anche se di meno,resta il male maggiore di un paese buonista e garantista per chi pecca.

Cio’ che vediamo oggi con il maltempo,la pagano i cittadini che dovranno rifarsi un futuro avendo perso,nella tragedia,tutto cio’ che avevano costruito in passato.

I responsabili non saranno puniti certo.

Vedi gli ultimi avvenimenti che regalano liberta’ ai giustizieri di Stefano Cucchi,prescrizione a Scajola per la casa al Colosseo,liberta’ per il terremoto di l’Aquila e per chi,in quei giorni,rise sui morti.

Che devo fare allora io cittadino?

Cosa devo pensare di tutto cio’?

Sperare che un terremoto o bomba d’acqua vada dritta su Montecitorio?

Cos’altro ancora?

IL NOSTRO MURO

25 anni fa la caduta del muro di Berlino.

Televisione a colori,non in hd,ma l’emozione delle picconate a quel muro divisorio fu enorme.

La liberta’ come parola lanciata al vento,come sensazione di averla finalmente in vita,nei giovani berlinesi e non, ebbe finalmente vittoria.

Il muro delle vita spezzate per superarlo,degli amori divisi e della consapevolezza che prima o poi sarebbe caduto.

Il comunismo cadde,si penso’ a un concetto diverso di unione geografica e allora,anche noi,cademmo assieme a esso.

Cademmo nelle emozioni di tutti i tedeschi,ne fummo protagonisti seppur lontani da quella citta’.

Oggi si ricorda un male che cadde,una negazione dei diritti che il vecchio regime tedesco impose con regole rigide.

Seppur lontani,avemmo la sensazione che la Germania avesse perso da una parte,scrollandosi di dosso l’idea della schiettezza e della rigidita’ tipica del suo passato e che,forse,capiva che l’esser chiusi rendeva e creava piu’ nemici.

Oggi lo voglio ricordare cosi’ quel momento e a esso,affianco seppur in maniera totalmente diversa ma pur sempre simbolica come negazione di una liberta’ di movimento,il mio muro.

Cioe’ il muro della mia citta’ di Taranto,che nasconde a noi tutti cittadini il vecchio arsenale militare.

Un arsenale che continua a lavorare a regime minimo tra magazzini di amianto e navi in disuso e che,noi tutti,vorremmo “regalato alla citta”.

Un muro,quello nostrano,che spesso viene picconato dalle macchine che per la pioggia battono contro di esso,lacerandone le pietre e i tufi con cui e’ costruito.

Il muro nostro,la nostra divisione concreta e simbolica che ci rende un po figli dei berlinesi e che,nella nostra memoria,ci accomuna assieme a loro oramai liberi da quell’incubo simbolico e reale.

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LA FORBICE CHE ANNASPA QUOTIDIANAMENTE.

Ci sta sempre,all’angolo della strada e…spera.

Non so il suo nome ma lui, il senza nome,spera e cerca,cerca e spera…ogni giorno.

Rilegge meglio e dice ,dentro se,”forse hanno sbagliato,non hanno visto bene”…

E’ un uomo che nel cassonetto della spazzatura,ogni giorno,rivede e controlla i gratta e vinci che la gente butta.

E’ il senza nome che,per botta di culo,potrebbe sperare di mangiare qualche cosa oppure comprarsi un vestito nuovo.

Potrebbe rientrare nella categoria dei disperati,di quelli che non hanno nulla e quindi logici da capire..per alcuni.

Ma poi c’e’ l’uomo vestito con cravatta,che senza preamboli,cala le mani anche lui nel cassonetto e cerca la mela marcia o la foglia di insalata buttata via da qualche persona.

La forbice,cari politici,e’ questa,la differenza tra il povero che abbiamo sempre in mente,e quella persona che poco tempo fa era “normale”.

La forbice non la voglio essere spiegata da Renzi o gli amici suoi a Bruxelles.

La forbice,sempre piu’ corta,e’ questa.

Allora oggi e’ inutile sentire che il lavoro manca,i disoccupati annaspano nel pantano delle regole europee e che forse la ripresa ci sara’ in primavera.

Cazzate merdacce!

LA FINE,ATTO ESTREMO MA DA RISPETTARE.

Il gesto di Brittany Maynard,la ragazza colpita da un tumore al cervello irreversibile e che ha deciso di porre fine alla sua esistenza con una “morte assistita”,dovrebbe divenire in futuro un gesto “normale”.

Si perche’ ” la normalita” delle proprie decisioni,quindi anche della fine o della continuazione della vita nostra,dovrebbe essere un gesto personale,quasi un lascito ai posteri come una nostra foto o un nostro pensiero.

Dire addio alla vita pur essendo la vita regolata da un orologio che fermera’ di girare senza che noi sappiamo il momento con esattezza,deve divenire un diritto penso.

Il diritto di un malato terminale,o di chi colpito da malattia degenerativa,dice basta alla pura ipocrisia cattolica del vivere a tutti i costi.

Chi e’ destinato a vivere con sofferenze,medicine inutili e speranza vana,dovrebbe dire basta se lo vuole,se lo desidera,stop.

Oggi leggevo un articolo sul diverso approccio di un parente verso un defunto.

C’e’ chi lo vuole vedere morto,c’e’ chi lo vuole ricordare dal vivo e quindi non va nemmeno in camera mortuaria.

Quindi il ricordo,sembrerebbe essere un atto quasi di rispetto verso noi da parte del malato.

E il gesto di questa ragazza e’ un atto grande,non una vigliaccheria o un andare contro i principi cristiani.

Una decisione,singolo momento,drammatico nel suo incedere,ma che e’ atto estremo calcolato in base a un futuro devastante e senza via di uscita.

Io la penso cosi’,rispettando tutti.