LO SCARICA BARILE TUTTO NOSTRO.

Un sindaco di un paesino del sud decide di chiudere le spiagge per troppo affollamento da parte dei giovani.

Una decisione che va oltre la chiave di svolta del governo che,visto i numeri del contagio,aveva dato il rompete le riga.

Chi sbaglia?

Chi azzarda ipotesi di ripartenza facendo ammucchiate sociali,aprendo alla movida e permettendo mangiate in piazza collettive o chi,per un senso di protezione della comunita’,azzera una decisione che viene dall’alto?

E’ il paradosso italiano,il gran casino tutto nostro che sconfina nei dati giornalieri sbagliati,nelle apparizioni televisive di medici esperti in materia virale che azzardano pronostici da totoscommesse del sabato sera tra amici al bar.

Come muoversi quindi ma,specialmente,chi sentire?

Difficile trattenere le persone che annusano la liberta’ dopo giorni di chiusura,ipotizzando la fine della pandemia e vedendo,nelle regole dettate da sindaci e presidenti di regione,obblighi esagerati al limite del diritto alla vita.

I numeri come al solito diranno chi ha fatto bene e chi no,andando a marcare una linea di responsabilita’ che spesso in Italia si chiama scarica barile.

Attendiamo e speriamo,con l’estate arrivata e la voglia di bagni e sole per tutti.

SUICIDA OPERAIO ARCELORMITTAL E POI…

Due considerazioni:

la prima tragica ,dolorosa.Si e’ suicidato un operaio ieri a Taranto.

Lavorava in Arcelormittal.

Il cov19 assieme al futuro incerto  avra’ pesato sulle intenzioni del giovane ragazzo,o forse no.

Fatto e’ che i sindacati rimarcano con fermezza lo stato depressivo degli operai stessi poiché attualmente il futuro e’ incerto e alquanto gravoso.

Una situazione drammatica all’interno della fabbrica dove la paura di un focolaio di virus e’ sempre accesa.

Seconda considerazione:

il governo il 4 Maggio attivera’ la fase 2.

Benissimo,certo.

Ma a che condizione?Qual’e’ il prezzo da pagare?

Avremo una nuova ondata di italiani del nord che arriveranno al sud acreare possibili contagi?

Le regioni  agiranno in sintonia con il governo centrale oppure faranno di testa loro?

Piccoli dubbi,molti timori,pochi soldi alle aziende ….

BRAY,I MURI CROLLATI E LE NOTE MUSICALI….

Qui da noi c’e’ stato un convegno,ospite il ministro Bray,dal titolo:Il futuro della memoria:Taranto cultura e sviluppo.

Non vi annoiero’ con le solite tiratira politiche di facciata,smentite poi sempre dai fatti mancanti.

Ma voglio soffermarmi su un passaggio.

Dice il ministro: “Se guardiamo a Taranto attraverso quel sistema di risorse che costituiscono la sua vera connotazione genetica,non possiamo negare che questo sistema e’ in grado di creare economia”.

Le risorse,caro ministro Bray,ce le siamo giocate negli anni 70,allorquando decisero di cambiare le attitudini della citta’ dei due mari,basate su pesca e cantieristica navale.

Passammo da cio’ che era genuino sotto alcuni punti di vista,a cio’ che sarebbe stata la vera ricchezza per alcuni,quella stabilita’ economica che,dopo,avremmo pagato in termini di salute e distruzione del territorio.

La connotazione genetica,caro ministro,se ancora oggi ci stesse,dovrebbe essere limpida,illibata dalla violenza distruttrice che ha avuto l’industria dell’acciaio sul territorio locale.

Quindi,caro Bray,il muro che crolla a Taranto vecchia,la storia che abbiamo perso e le radici sempre piu’ lontane dal proprio ricordo,lasciano il passo all’incuria politica che i governi,e anche le amministrazioni cittadine,hanno avuto verso il passato.

Che senso ha  parlare di far ripartire la citta’ vecchia,o il borgo antico come lo vogliate chiamare voi,se li,in quelle mura cadenti non esiste opera per difenderle e rimetterle in auge da parte vostra?

Che senso ha dire che la cultura la si fa grazie al passato quando tutti gli sforzi vertono solamente al pensiero di salvare il culo ai Riva e non alla citta’ in altre forme?

Che radici abbiamo ancora,caro Bray,se esse sono state annullate dal dio economia del profitto che ha ammazzato mure romane e scavi archeologici vicino al colosso industriale?

Siamo ancora in tempo,caro ministro Bray,per riportare alla luce storica il borgo antico e rifarlo vivere,come dice lei,anche grazie ai “tamburi e alle chitarre folkloristiche”per riaccendere la memoria storica nei nostri figli?

L’ennesimo tavolo si aprira’,statene certi,e con esso un comune aspetto che caratterizza anche questa citta’:l’ennesima “vertenza” attorno a un futuro,non lavorativo questa volta,ma di vita o morte per una intera comunita’.